MATTEO GRECO

La nostra bella ignoranza



Dove ci portano le gambe?
Dove scendiamo con la resina
Nelle vene del tempo e degli abeti,
Quali segreti staremo pedinando
A bocche cucite
A piedi spenti?

Cosa sta scendendo nel fondale
Di nebbia e di giubbotti, nelle piazze,
Dove vanno, avanti e indietro
I cuori chiusi nei cappotti?

Cosa dici che facciamo
Quando cammino nella pioggia e nei tuoi occhi
E tu vuoi arrampicarti per i miei
Quando ci stiamo rincorrendo
Su e giù infinite volte
Per le labbra,
Cosa si starà vedendo
Da sopra le costellazioni?
Staremo facendo un po’ di luce
O una qualche forma di bene all’universo
A ballare insieme una canzone
A guardare il mondo
Nello stesso verso,
staremo togliendo
alle strade di ottobre un po’ di fame
e alle nostre menti un po’ di morte
mentre stiamo andando
appaiando orme per le strade
nel cuore ventoso della notte?

4 commenti:

  1. a una prima lettura mi ricorda molto la freschezza delle poesie di matteo, ci ritorno

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  2. No, Paolo P., non hai sbagliato. E questa poesia è fresca come dici. in particolare mi piacciono i versi con "i cuori chiusi nei cappotti" e "Cosa dici che facciamo / Quando cammino nella pioggia e nei tuoi occhi / E tu vuoi arrampicarti per i miei".
    Approfitto per fare i complimenti a Matteo, non solo per questa poesia.

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  3. !Staremo facendo un po’ di luce
    O una qualche forma di bene all’universo!
    la trovo teneramente intrigante.

    -paolaebasta-

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