Eccoci, inermi
come pesci in uno stagno rinsecchito.
Divisi a metà tra la bestia che ci ha creato
e il Dio in alto che tende la mano ma non ci afferra
e scivoliamo via per terra
a romperci le corna tra di noi, a volte per forza
a volte per amore.
Fino a spremere ogni speranza come un limone
fino a ricominciare.
Non c’è limite alla cocciutaggine della vita.
Tutta la tensione che c'è fra un'origine bestiale e un orizzonte divino (sempre pronto a farsi più in là) è efficacemente racchiusa nello spazio ristretto di due versi, come nella brevità di un gesto, di un respiro.
RispondiEliminamolto bella la precisa distinzione fra le cose che facciamo per forza e quelle compiute per amore, come a suggerire che c'è ancora spazio, nel gesto d'amore, per ricercare quacosa di specificatamente umano.
matteo
Mi piace molto l'ultimo verso:
RispondiElimina"Non c’è limite alla cocciutaggine della vita". Trovo che renda bene l'dea della speranza che rinasce ogni volta indipendentemente dall'accaduto. Forse è possibile anche un'altra lettura (non c'è limite alla perseveranza nell'errare) ma non mi sembra questo il caso.
Per il mio sentire ed i miei gusti cambierei alcune cose:
- "dio" lo scriverei in minuscolo, visto che in questo caso sembra essere tutt'altro che onnipotente;
- non userei alcune espressioni gergali (tipo "romperci le corna") perchè mi sembra rischino di svilire un po' il tutto.
miracolo! riesco a inserire commenti!
RispondiEliminadunque anche a me piace molto l'ultimo verso, la cocciutaggine della vita, mi ricorda quei rami di fico che spuntano dalle crepe delle cattedrali, quei fili d'erba che si aprono varchi nell'asfalto, ma anche quei disperati che muoiono nei barconi affondati pur di aggrapparsi all'idea di una vita possibile
non piacciono neanche a me le espressioni romperci le corna, e neanche la speranza spremuta come un limone, troppo vicine a un tipo di linguaggio usurato
il commento precedente era mio, ho anche modificato il nome
RispondiEliminaIl Dio maiuscolo mi contrasta meglio con la bestia.
RispondiEliminaSì, vita spunta dalle crepe del muro...
Le espressioni gergali erano anche esse per sottolineare la
banalità e la quotidianità "leggermente" grezza della questione
e anche una certa idiozia di fonda.
La prima immagine mi ha folgorata, le altre un po' meno.
RispondiEliminaLo prendo come una interssante prova d'autore
susy
Volevo dire: LA prendo...ecc
RispondiEliminasorry per il refuso
susy
La rabbia sana ed innocua del ritenere,non da precedenza a Dio ne ad altro,su quanto riguarda l'esito dell'esistenza.Le speranze si spremono,l'uomo continua imperterrito il suo viaggio.Sicuramente deluso,testardo,caparbio.
RispondiEliminaCi si riconosce.