I miei amici
non mi cercano, non m'invitano a pranzo,
non mi telefonano mai;
non mi mandano auguri per Natale
ma sono miei amici.
Non mi fanno regali,
non m'aiutano a vivere
con raccomandazioni o altre cose;
ma mi aiutano a vivere
perché sono miei amici.
Noi non c'incontriamo in piscina,
non combiniamo le vacanze insieme,
non facciamo progetti di lavoro.
Non ci portiamo scambievolmente le sigarette
né la busta del latte
quando l'altro è ammalato;
n on ci raccontiamo i reumi e le tasse.
Non ci facciamo carezze d'amore
né di solidarietà
né di pietà.
Pure - bisogna dar credito
al prodigio; e la geometria
non è favola -
le nostre esistenze parallele
s'incontrano in un punto
all'infinito.
Francamente la trovo piuttosto banale, qualcosa che andrebbe bene per un ragazzo, un alunno, un esercizio un po’ scolastico. Non vorrei offendere nessuno, ma occorre più metafora, più sintesi, più invenzione anche formale oltre che di significato. Ci sono espressioni come “dar credito” che non direi quasi in assoluto in poesia. Le rette parallele che si incontrano all’infinito mi pare già troppo detto, ecc. ecc.
RispondiEliminaLia
Cazzo ne saiiiii
Eliminaok
EliminaAcuna matata ragazzi ben ritornati dal vostro cicciogamer 89
Eliminaho apprezzato la differenza fra l'andamento prosaico della prima sezione e lo scarto linguistico ma anche sintattico degli ultimi versi.
RispondiEliminala parola geometria, sospesa sul finire del verso, interroga il lettore su cosa essa abbia a che fare con l'amicizia e le scene di vita quotidiana prima descritte.
forse ci sipoteva giocare meglio questa carta, scegliendo un'altra figura rispetto a quella delle rette parallele.
trovo ad ogni modo che il linguaggio "pacato" l'andamento prosaico della prima parte sia motivato, perchè è un altro modo per raccontare la difficile semplicità, la bellezza quotidiana e nascosta, del sentimento di amicizia
Alla prima lettura questa poesia non mi era piaciuta molto.
RispondiEliminaTuttavia mi ha colpito quanto basta per rileggerla.
Devo dire che il contenuto è potente, inaspettato e anche il linguaggio
mi pare adeguato e coerente. Tra le righe mi pare di scorgere anche un pizzico di ironia.
Alla fine anche lo scarto finale mi ha convinto.
Quel dar credito al prodigio .. e la geometria che non è una favola.
Mi pare un atto di fiducia nella vita, malgrado tutto.
C'è dunque un disincanto.
Una capacità di "essere" nella realtà, che fà bene.
Le vite parallele non sono una novità, su questo sono d'accordo.
v
Ho dovuto rileggere questa poesia varie volte e sono arrivato alla conclusione che, benchè non mi dispiaccia, avrei sintetizzato le prime quattro strofe in una sola; credo fosse sufficiente a rendere l'idea che l'autore voleva comunicare. Ho invece apprezzato l'ultima strofa, in particolare lo spiazzante cambio di ritmo con fulcro nella parola "geometria".
RispondiEliminaLe "vite parallele" mi ricordano tanto il politichese "convergenze parallele"...
si legge volentieri, e questo è un punto.
RispondiEliminaallora mi viene da chiedere se sia possibile individuare una formula, delle coordinate che individuino che cosa rientra nel perimetro della poesia e che cosa no, quale sia il limite, il confine, ma poi mi dico che non c'è un confine oggettivo e che ognuno ha il suo, e se questa poesia rientra nel mio confine e perché. se avessi trovato una sviolinata
sentimentale avrei smesso subito la lettura, e invece qui sono andato avanti perché l'amicizia non è vista in chiave retorica, una prima indicazione è questa: la poesia deve offrirmi una prospettiva nuova, uno sguardo che si distacchi dall'usuale, dal consueto, e qui c'è anche un altro elemento che si stacca dall'usuale, ed è l'andamento narrativo, poco poetico nel senso comune che diamo a poetico, nel senso di ritmo, versificazione.
beh,sicuramente mi verrano altre idee...
dunque: un romanzo si può rileggere più volte, ma mentre in un romanzo
RispondiEliminal'obiettivo è il disvelamento finale, sapere come la storia si conclude, nella
poesia quello che ci si svela è un meccanismo che genera piacere estetico, per
cui si può leggere potenzialmente all'infinito, e sapere come va a
finire non ci impedisce il desiderio di tornare a passeggiare dentro quei
versi, nella poesia il piacere viene da una certa concatenazione delle parole,
una segreta alchimia che produce un effetto piacevole.
Penso che il piacere estetico abbracci un ampio spettro che va dall'emozione
pura alla induzione alla riflessione, ma il discorso è ampio e superiore alle
mie capacità.
Ritornando al romanzo, non leggerei mai due volte un libro giallo, perché so
chi è l'assassino, però pur sapendo come va a finire la settima sinfonia di
beethoven non mi stanco mai di ascoltarla.
Nella poesia in esame dove si nasconde il meccanismo che genera piacere ? ( o
se vogliamo la trovata, il trucco...)
In questo: il sentimento che lega gli amici esiste e tuttavia è messo in
dubbio nei vari assunti, non ci telefoniamo, non ci cerchiamo, eppure siamo
amici, non ci raccontiamo le nostre pene e i nostri problemi, non ci
incoraggiamo e non ci teniamo compagnia, non beviamo la birra insieme e non
parliamo di donne, cioè si mette in scena una sorta di ribaltamento della
amicizia, tutti quei comportamenti che connotano un'amicizia vengono
semplicemente negati, fino a indurre il sospetto che esista persino una certa
ostilità sotterranea alla base del sentimento.
Eppure siamo amici, anzi per una legge della geometria scorriamo su rette
parallele che tendono a unirsi all'infinito.
Nasce di qui il sospetto che il concetto di amicizia non sia individuabile
all'interno di figure personali, cioè Valdo, Lia, per esempio, ma inglobi una
sfera più ampia, che tendenzialmente abbraccia tutti gli esseri viventi e tutte
le cose nel concetto di amicizia.
Penso che sia questo il meccanismo che alla fine accende una scintilla di
piacere che mi fa desiderare di rileggere questa poesia. L'idea che questi
amici in realtà siano le persone che salgono sul treno con me, siano i viali
che attraverso e il bicchiere nel quale bevo, siano gli alberi dei giardini e
le formiche indaffarate nel prato.
E anche questo mi sembra un aspetto rilevante: di qualsiasi cosa parli, la
poesia dovrebbe suggerire un ampliamento dell'orizzonte, andare oltre il
semplice enunciato e proporre una prospettiva più ampia.
Questa è la mia visione soggettiva, e rispetto a questa poesia potrei anche
aver preso una cantonata, ma a me questo suggerisce.
ho trovato la nota introduttiva di a. berardinelli a un'antologia di poeti italiani pubblicata da einaudi nell'82, mi sembra inteessante:
RispondiEliminaNota introduttiva di Alfonso Berardinelli
La Mariani scrive un diario in versi su cui campeggia l’interrogativo di chi ha la sensazione di non aver capito bene la logica del senso comune, e il dubbio di non essere stato bene informato sulle regole della vita.
La lingua è una lingua comune e media, semplificata, quasi da abbecedario, animata da un lindo e spiritoso estro ritmico.
Ciò che sorprende di più nelle poesie della Mariani è l’incontro di una particolare anima smarrita con un insieme di oggetti e di circostanze, non meno misteriose e insidiose per il fatto di appartenere alla più prevedibile quotidianità. Di qui certi crudeli ed esilaranti effetti buñueliani.
La favola della vita – e la favola della bambina che si perde nel bosco della vita – investe con i suoi sprazzi di luce tragicomica una cronaca esistenziale: piccole parabole, perplesse autoderisioni, constatazioni terribili e lapalissiane, appunti di un giornale di ricerca della saggezza minima e necessaria per vivere.
(sul sito della mariani
si trova anche un commento molto interessante alla poesia in questione sugli amici
riporto un commento alla poesia trovato su di un'antologia per le scuole:
RispondiEliminain questa poesia dedicata agli amici la mariani enumera i legami che normalmente creano un'amicizia: sono tutti incontri legati al fare qualcosa insieme: scambiarsi gli auguri, andare a pranzo o in piscina, telefonarsi, aiutarsi quando uno è ammalato.
A questo concetto dell'amicizia legato all'agire viene contrapposta un'idea dell'amicizia che non è scambio di qualcosa, ma somiglianza, capacità di riconoscersi, coscienza di una sensibilità comune.
in questo senso amico può essere anche un pittore, un poeta, un musicista, persone che non si sono conosciute direttamente, ma attraverso le opere o le idee, il solo sapere della loro esistenza, afferma la mariani, aiuta a vivere.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaQuesta interpretazione mi pare molto interessante.
RispondiEliminaEcco è proprio questo che mi interessa della poesia.
Quando mette in luce un aspetto della vita invisibile
ad occhio nudo.
Adesso posso dire sì, è così. I miei amici non sono solamente quelli
che mi portano la busta del latte.
Ma sono anche quelli che mi parlano con le loro opere e magari sono morti mille anni fà.
Da questo punto di vista gli ultimi versi sono essenziali e va bene tutto.
Anche la geometrica acquista un volto nuovo.
e...le nostre esistenze parallele
s'incontrano in un punto
all'infinito.
Parto avvantaggiata dall'aver letto i post precedenti, però l'idea che mi era venuta "all'impronta" era che si trattasse di amici di web, quelli con cui a volte si crea un'intesa che va oltre il quotidiano.
RispondiEliminaPerò, riflettendo, l'affermazione, ad esempio, che un Autore del passato sia mio amico, sì, quest'affermazione mi appartiene e la condivido volentieri. Ma non solo un artista.
Non so se vado off topic, ma anche un uomo che a migliaia di c hilometri sta facendo lo sciopero della fame in difesa dei diritti umani, è mio amico.
Ma questa interpretazione ha il difetto dell'unilaterlità, mentre nella poesia mi sembra di leggere una reciprocità, un incontro, un'intenzione che non può esserci nell'entrare in consonanza con la natura, come mi sembra affermi Paolo.
No, torno a bomba.
I mei amici sono le persone che sul web mi fanno sentire compresa, ed io comprendo loro.
Però questa interpretazione potrebbe essere una proiezione di ciò che è in me.
!?
ciao
rosaria (susy) fiore
Tutto quello che avete scritto su questa poesia, è vero e sta bene. Però rimango del parere personale che la poesia non è fatta solo di contenuti e di buoni sentimenti. Occorre anche un “artigianato” formale, più o meno consapevole. Esiste la prosa, esistono gli aforismi, il diario, ecc. ecc. Non tutto quello che si scrive è “poesia” o “racconto”. Per me questo testo rimane oggettivamente piuttosto elementare, questo non toglie valore all’autrice come persona, e forse ci può dare spiritualmente di più un testo come questo, rispetto a uno magari ben congegnato ma senz’anima. Non vorrei che, poiché un Autore è famoso, commentato, ha una personalità di rilievo, ecc. immediatamente dobbiamo dire che un suo testo è una “bella poesia”, compresi GLi AMICI, se no che laboratorio di scrittura è il nostro? Vogliamo imparare, migliorare!!!!!!!!!!!. Lia
RispondiEliminaLia, per me sono d'accordo.
RispondiEliminaLa benevolenza reciproca è un prerequisito fondante, ma nulla toglie alla possibilità di criticare in modo costruttivo. Anzi, è proprio l'assunto fondamentale di essere ben disposti gli uni verso gli altri che ci dovrebbe permettere di fare (e di incassare) di buon animo i giudizi e i suggerimenti.
Altrimenti si rischia di fare salotto, e il salotto sarà anche confortevole e rassicurante ma non aiuta a crescere.
Se proprio metafora dev'essere, allora per me vale quella della cucina: cucineremo insieme piatti brelibati o semplicemente ben cotti, e quando ci sarà poco sale chiederemo con garbo la saliera. E se gusteremo manicaretti, evviva, andremo in sollucchero ma piano, per poter gustare anche le delizie successive.
Buon appetito, ragazzi.
susy
Scusate i refusi, son cecata...volevo dire prelibati
RispondiEliminasusy
hei
RispondiEliminalllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
RispondiEliminaHo scoperto questa poesia solo ora.
RispondiEliminaMi piace!
Sembra parli di me. I miei amici sono proprio così.
Eppure siamo amici.
l'Ignorante