MATTEO GRECO

Neve


Il cielo scende nel giardino
Il cielo prende i taxi e prende i treni e prende gli autobus
Il cielo è nelle tasche dei cappotti
Scende nei seminterrati
Scende
sino all’ultimo gradino

Col telecomando alla finestra
Mando tutto indietro

Non riempitemi di cielo
Salgo su io
A mungere le nuvole
A far fioccare i giorni
Salgo io
A ordinare metri di fine settimana
Camion pieni di pomeriggi di lavoro
E qualche sacco di ore di calcetto

Siamo nati per farci la pioggia a un pentolino
mentre si incendiano le stelle
Per bagnarci sotto un temporale di cognomi
Per comprare astri e vendere progetti
Parlo di cose che succedono, di mani che trasformano
E vediamo se sei una supernova
E vediamo se sei abbastanza nuova
Per me.

Scommettiamo che ho una testa più capiente
Dell’ufficio di lavoro?
Mani più erbose
Gambe e vento
Petto e vulcani
Pancia e oceani
Scommettiamo che domani
Darò una mega festa
Coi miei mostri che suonano sul palco
E una ciliegina di paura in cima al cocktail?
Scommettiamo
che mi divertirò?

Sono nato per sporcare di fango la via lattea
Per non pulirmi i piedi in mezzo alla foresta
Per inquinare di fiato e di bestemmie e di alfabeti
Il vuoto in mezzo agli astri
Per nevicare
come dico io
Desiderio sopra desiderio
Domanda sopra dubbio sopra incomprensione
Passo dopo passo dopo passo
Dal cielo a qui
Per resurrezioni inverse.

Sono nato
Per traslocare paradisi.

9 commenti:

  1. Letta appena inserita, senza rifletterci troppo, quindi il commento è istintivo e assolutamente non esaustivo.
    E' una poesia ricchissima e, alla prima superficiale lettura, mi è piaciuta molto. La rileggerò con calma ed eventualmente correggerò il tiro. Mi viene da dire che con tutto il materiale che c'è, io avrei scritto almeno tre poesie, anche perchè in genere amo le poesie brevi. A quelle così lunghe in genere non arrivo in fondo, mi annoiano; ma questa - ripeto - mi è piaciuta.
    L'unico verso che non mi piace e che cambierei è "Il cielo prende i taxi e prende i treni e prende gli autobus": io lo farei diventare "Il cielo prende i taxi, i treni, gli autobus". Tutti quei "prende" mi risultano indigesti.
    Bella però!
    (Commento basato sulla superficialità del "mi piace" e del "non mi piace")

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  2. anche a me piace molto ed anch'io la trovo, a tratti, un po' lunga. preciso che, in genere, non mi dispiacciono le poesie lunghe, a patto che non risultino ripetitive. qui toglierei alcuni versi: per es. "prende i treni e prende gli autobus", e anche "mani più erbose/ gambe e vento/ petti e vulcani/pancia e oceani". insomma, mi pare che ci siano alcuni versi che suonano male al mio orecchio. mi piacciono molto gli ultimi versi, toglierei solo "e di alfabeti" sono troppo drastica?

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  3. Confermo le mie prime impressioni, mi piace veramente molto e mi sorprende ancora il fatto che una poesia così lunga non mi stanchi. L'avessi scritta io, in alcuni punti avrei fatto due versi di alcuni molto lunghi (per me). Per il resto cambierei pochissimo: oltre al verso con tutti quei "forse", non avrei usato il termine "mega festa", che mi sembra di un livello più basso rispetto al resto.
    Amo invece molto altri versi, quello delle "mani più erbose" (che Elvira toglierebbe :-) ) e "Salgo su io / A mungere le nuvole".
    Per me è una meravigliosa poesia e fa ciò che dovrebbe fare qualsiasi forma d'arte: ispirare.

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  4. COMMENTO DI PAOLO POLVANI

    mi piace per la creatività e per l'originalità, per l'intrinseca gioventù dei
    versi, per la freschezz che vi circola

    spesso identifichiamo la poesia con le declinazioni drammatiche, pensiamo di
    trovarla nel versante dei sentimenti prossimi al dolore, alla disperazione,
    allo sconforto..
    che naturalmente vanno benissimo, perché la vita spesso è disperazione e
    sconforto.
    però confesso che mi piace molto la poesia dove affiora l'ironia, quando c'è
    il gioco e il divertimento, e qui senza dubbio ci sono sia il gioco che il
    divertimento.
    l'appunto che mi sento di fareè che la siepe è fin troppo rigogliosa e una
    spuntatina qua e là le gioverebbe, per esempio gli ultimi tre versi non so se
    rappresentano una discesa troppo veloce, e anch'io ho dubbi su megafesta ma
    anche su cocktail

    però d'altro canto quando leggo: il cielo è nelle tasche dei cappotti

    ho un piacevolissimo sussulto, come anche:

    salgo io
    a ordinare metrin di fine settimana
    camion pieni di pomeriggi di lavoro

    oppure:

    per bagnarci sotto un temporaledi cognomi...

    penso che la poesia dev'essere creativa e innovativa, e soprattutto deve, come
    dice paolo z. qui sopra, ispirare, accendere i buoni fuochi della mente

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  5. Concordo con quanto sopra. Molto intensa.
    Alcuni accoppiamenti scoppiano di energia.
    Mi riservo una seconda lettura.

    Anch'io la accorcerei, anche se ....

    valdo

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  6. Ciao a tutti. Sono riuscita ad entrare nei post, evviva.
    Non so di chi sia la composizione in oggetto,, ma devo dire che non mi è piaciuta.
    Tanto per cominciare, il verso che mi ha fatto fare un salto sulla sedia è stato "mungere le nuvole". Se vogliamo essere originali non è necessario ricominciare dal marinismo.
    Mandare il mondo indietro com il telecomando? Il massimo che posso dire di questa idea è che è "carina", ma lo dico in senso ironico. Metri di fine settimana, camion carichi di calccetto.....ma stiamo parlando di poesia ò di cartelloni pubblicitari con slogan inventati da gente che, avendo fatto "il classico", si crede in diritto di dirmi che un'automobile è fatta della stessa materia di cui sono fatti i sogni?
    Allora, non mi dilungo ad analizzarla punto per punto, ma mi sembra la composizione di un liceale bravo con le associazioni di idee e con le metafore astruse,che assembla trovatine accattivanti per sembrare creativo.
    Secondo me ci vuole altro che "ciliegine di paura."......
    Chiedo scusa all'autore se è un amico, ma questa non è una poesia.
    susy

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  7. E poi si incendiano le stelle l'ha già detto Mia Martini
    susy

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  8. Ciao a tutti.
    Vorrei chiedere a Susy - senza alcun intento polemico, solo per capire - perchè "Neve" non sarebbe una poesia. Lasciamo stare se è bella o brutta. Ma perché non la è (se è vero che non la è)?

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  9. Perchè vuole dire, in fondo: io creo l'universo con la mia fantasia. Ma lo dice con espressioni arzigogolate in cui non sento un briciolo di partecipazione, perchè il "temporale di cognomi" è solo un verso decorativo senza un reale significato, o perlomeno senza un significato decodificabile più dell'elenco telefonico; perchè "sporcare di fango la via lattea" sembra lo slogan di un asiugone puliscitutto, perchè "passo dopo passo dopo passo" lo sa dire anche mio nipote di otto anni, e questo non vuol dire che un bambino non possa essere un poeta, ma da un adulto mi aspetto qualcosa di nuovo, di bello, di vero.
    E non trovo il bello il nuovo e il vero nè nel pulirsi i piedi in mezzo alla foresta, nè in quei mostri che se devono significare l'oscuro che è in noi lo dicono con uma metafora così stantìa che preferisco andare a vadere un film con il vampiro puritano che cerca di soffiare la girl al ben nutrito lupomannaro.
    Però, in fondo, la poesia c'è, ed è in quel
    Sono nato
    Per traslocare paradisi.
    Ma, dico io, se l'autore ha avuto un'intuizione così bella, doveva proprio appiccicarci un preambolo così squinternato? (e soprattutto così inutilmente verboso?)
    Spero di aver argomentato a sufficienza.
    Naturalmente, tutto quel che dico presuppone un gigantesco: SECONDO ME.
    ciao
    susy

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